Primi Passi
Quando, appena laureato, sbarcai dall’Università nel mondo del lavoro approdai in uno stabilimento in cui alcuni reparti erano già in produzione ed altri erano ancora in costruzione. Non avendo, allora, nessuna esperienza del mondo del lavoro, mi venne affidato inizialmente il compito di girare nei vari reparti per raccogliere le varie esigenze e problematiche e riportarle al Direttore di Stabilimento. Proprio osservando gli operai, i capi reparto, i tecnici, i progettisti, gli impiegati dell’ufficio tecnico, di produzione, del laboratorio, commerciale, contabilità, acquisti, ecc. ecc. cominciai a capire l’importanza del mio ruolo apparentemente marginale, addirittura inutile o quasi. Man mano che venivano assunti nuovi operai bisognava informarli e formarli ai compiti che gli sarebbero stati affidati e stabilirne le attitudini di ciascuno.
Ogni nuovo operaio, che magari proveniva dalla pastorizia o dall’agricoltura, dopo un tirocinio sulla sicurezza, veniva affidato in affiancamento, a seconda dei casi, ad un bravo tornitore, alesatore, fresatore, attrezzista, saldatore, fonditore, ecc. ecc. e la stessa cosa nei vari uffici a seconda del titolo di studio e del grado di esperienza. Intervenivano anche i produttori dei macchinari ed impianti con personale specializzato. Mi accorsi subito che, per quanto bravi fossero gli “istruttori”, spesso improvvisati ma comunque esperti nel loro campo, non riuscivano a trasmettere i “trucchi del mestiere” che solo chi aveva un grande spirito di osservazione riusciva a cogliere. Da qui capii l’importanza dell’espressione “il mestiere si ruba, non s’insegna”.
Capii perché era bravissimo quel saldatore che riusciva a superare le prove radiografiche, perché l’operaio del controllo numerico non produceva neanche un pezzo di scarto, perché l’attrezzista riusciva a fare particolari talmente complessi che altri non ci provavano nemmeno, perché quel disegnatore-progettista riusciva a fare disegni perfetti, perché l’impiegato non sbagliava le buste paga nel calcolo delle ore, ecc. ecc. In certi campi non è ammesso sbagliare, perché ci può essere a rischio la vita e quindi è importantissimo essere ben sicuri e ben preparati. In altri campi può essere ammessa una percentuale di errore. E’ vero, sbagliando s’impara, anch’io l’ho imparato a mie spese. Ci sono però talmente tante problematiche nella vita di un uomo che è difficile poter dire di non avere mai commesso errori. Un direttore di stabilimento un giorno mi disse: <>. Esempi poi se ne potrebbero portare in tutti i campi, da quello artistico a quello sportivo, da quello militare a quello religioso, da quello artigianale a quello medico, da quello politico a quello amministrativo, ecc. ecc. , Nel Network Marketing è la stessa cosa. Non basta quindi seguire corsi che organizza l’azienda ed anche lo sponsor, o lo sponsor dello sponsor, occorre molto spirito di osservazione nel cogliere ovunque ogni particolare che può essere utile per avere successo. Infatti, ci sono persone che di corsi ne hanno fatti tanti, hanno partecipato ai Success Day ed a manifestazioni varie della Società, ma non sono riusciti a coglierne lo spirito vitale da ogni partecipante salito sul palco a raccontare il suo successo in Forever.
Ecco perché rubare rimane la parola più azzeccata, proprio perché devi riuscire a carpirla da frasi, parole, atteggiamenti, espressioni che fanno parte del bagaglio di esperienze della persona di successo. Il segreto della bravura e del successo non è sempre facilmente insegnabile, bisogna saperlo rubare al docente perché, spesso e volentieri, non sa neanche lui qual’è stato l’elemento chiave del suo successo, ma sicuramente il suo segreto lo troverai nascosto involontariamente nella puntualità, nel sorriso, nelle storie e negli aneddoti che ti racconta, nell’orgoglio e nella determinazione, nella forza di volontà che manifesta, e persino nel modi di vestirsi e di presentarsi in pubblico. Vediamo anche nel mondo artistico dove l’artista insegna agli allievi le tecniche per dipingere, scolpire, suonare, cantare, ecc. ecc.
Nel corso dei secoli abbiamo visto spesso gli allievi superare il Maestro e decantarne comunque la sua bravura. Ma non esiste solo la tecnica, c’è anche l’anima. Quasi sempre il Maestro aveva diversi allievi che pagavano rette salate e che gli consentivano una vita dignitosa, ma non sempre. Alcuni allievi venivano scartati, altri diventavano bravi mestieranti e qualcuno diventava più bravo del Maestro, un vero artista. Bisognava comunque stare bene attenti a quello che il Maestro diceva, ma non sempre a quello che faceva, perché predicava bene ma razzolava male.